Il Reverse Engineering ed il rilievo delle imbarcazioni storiche |
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L'attività armatoriale nella nostra regione, è stata un elemento non trascurabile dell'economia in diversi periodi del passato. In particolare, dalla metà del XVIII secolo, ha determinato lo sviluppo e l'affermazione di cantieri per natanti e navi di varie dimensioni. |
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Organizzazione del rilievo |
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L'organizzazione del rilievo si compone di fasi e modalità che si differenziano sostanzialmente sui metodi applicati: Rilievo con scanner laser o fotogrammetria. |
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RILIEVO CON L'USO DELLA FOTOGRAMMETRIA | ||||
La campagna di rilievo della Nada si snoda attraverso le seguenti fasi: 1- Acquisizione delle immagini della carena senza i markers 2- Disposizione dei markers sulla carena 3- Acquisizione delle immagini della carena con i markers ed elementi di dimensioni note 4- Misurazioni di massima 5- Calibrazione macchina fotografica6- Elaborazione immagini con Photomodeler 7- Trasferimento della nuvola di punti al CAD e ricostruzione superfici 8- Intavolatura piano di costruzione |
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RILIEVO CON SCANNER LASER 3D | ||||
1- Opacizzazione della superficie da acquisire (spray opacizzanti non aggressivi); 2- Studio del numero di scansioni (patch) e della distanza dello scanner dalla superficie; 3- Apposizione di markers per assemblare le patch; 4- Scansioni; 5- Assemblaggio delle patch; 6- Elaborazione nuvola di punti; 7- Ricostruzione superfici. |
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Strumenti | ||||
La forma da acquisire viene rilevata con uno strumento ottico. Esso può essere una comune macchina fotografica (è vantaggiosa ma non indispensabile una fotocamera digitale) o un più complesso e costoso scanner 3D basato su tecnologia Laser.
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Acquisizione con scanner laser 3D (S. Rosa) |
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Il rilievo della S. Rosa, Gozzo Sorrentino costruito nel 1946, è stato effettuato con lo scanner Laser. E' stata scelta una lente di tipo wide (grandangolo) per ottenere un campo di visibilità piuttosto ampio pur avendo posto lo scanner ad un metro circa dalla carena. Il tipo di lente e la distanza dalle superfici da rilevare hanno permesso di ottenere delle zone di superficie, patch, relativamente grandi con nuvole di punti meno dense. La sensibilità dello scanner alle condizioni di luce ha richiesto l'utilizzo di un telone per coprire la barca durante l'acquisizione ed ha imposto l'uso di spray opacizzanti per rendere visibili allo scanner le zone scure della barca, dal momento che in presenza di colori scuri la radiazione laser viene assorbita ed il sensore CCD non riceve alcuna informazione. |
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Elaborazione della nuvola di punti del S. ROSA |
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Per elaborazione della nube di punti si intende il collegamento delle patch contigue realizzato sovrapponendo tre punti comuni ad ogni coppia di zone contigue. La precisione nell'identificazione dei punti comuni è di fondamentale importanza per la qualità del risultato. Per questo motivo, a facilitare l'operazione, dove mancano evidenze sulla superficie, vengono posti sulla carena segni ben distinguibili detti markers. Oltre all'assemblaggio delle diverse patch, l'elaborazione della nuvola può prevedere anche la riduzione del numero di punti da processare. In questo caso, la nuvola finale era composta da 1ÿ552ÿ054 punti generando un file da utilizzare con il programma di disegno tridimensionale (CAD) di dimensioni piuttosto elevate. I punti sono quindi stati ridotti a 13ÿ945 in modo da rendere il file CAD più facilmente gestibile con un calcolatore di uso comune. Nelle figure del rilievo della S. Rosa, si possono notare delle discontinuità nella nuvola. Le discontinuità sono dovute al fatto che in alcune zone la luce del laser è stata assorbita senza poter restituire quindi informazioni sulla superficie della carena. Nella seconda immagine si può osservare la nuvola di punti notevolmente semplificata. Tali discontinuità possono essere eliminate manipolando la nuvola di punti con un programma adatto allo scopo che utilizza le informazioni sulla disposizione nello spazio dei punti di contorno delle discontinuità, permettendo di ricavare quindi una nuvola finale corretta. |
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Rilievo mediante fotogrammetria (NADA) |
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Nada è un'imbarcazione a vela che nasce come un 10.50 m Stazza Internazionale. Ha subito negli anni interventi alla poppa ed alla coperta che è stata innalzata di circa 30 cm. Dalle immagini appaiono le difficoltà di fare un'acquisizione corretta della deriva dal momento che questa è ingabbiata dall'invasatura che non permette una buona visibilità della stessa dalle varie angolazioni, così come sarebbe necessario con la fotogrammetria. Sono inoltre evidenti le strisce adesive i cui incroci, tra esse stesse e con i corsi di fasciame, rappresentano dei markers che faranno parte della nuvola di punti poi elaborata con il software di fotorestituzione. |
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Elaborazione della nuvola di punti del NADA |
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Con la fotogrammetria le immagini fotografiche dell'imbarcazione prevedono delle riprese da varie angolazioni sempre con la stessa regolazione dello zoom della fotocamera e facendo in modo che le immagini siano tra di loro contigue, con delle zone di sovrapposizione tra l'immagine precedente e quella successiva. Dopo aver fornito al software di fotorestituzione (Photomodeler) le immagini, si procede sovrapponendo i markers per associare le patch secondo criteri analoghi a quelli esposti per il rilievo delle S. Rosa. Anche in questo caso, come nel precedente, si presentano delle zone vuote dovute proprio alla difficoltà di fare una ripresa corretta a causa della presenza di ostacoli. |
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Ricostruzione della superficie | ||||
In questa fase si stende sulla nuvola di punti una superficie (che gli specialisti definiscono del tipo NURBS) con un programma CAD, ottenendo il risultato della figura sottostante. La superficie ottenuta è una superficie di prima approssimazione che dovrà essere rielaborata per eliminare le imperfezioni generalmente presenti nell'elaborazione iniziale. La procedura di rielaborazione della superficie, detta di avviamento, è un processo ciclico che si compone delle seguenti fasi: - generazione di sezioni trasversali distante tra loro da un intervallo costante (in questo caso 250 mm); - correzione delle sezioni trasversali per eliminare le inflessioni non desiderate; - collocazione della nuova superficie sulle sezioni trasversali corrette e successivo controllo della qualità della superficie con eventuali correzioni nelle zone che lo richiedono; - controllo delle superfici correggendo le sezioni orizzontali (linee d'acqua) seguendo lo stesso criterio utilizzato per le sezioni trasversali. Un aspetto delicato che non va sottovalutato, è il rischio di essere ipercorrettivi nell'avviamento della carena eliminando caratteristiche di forma (del tutto o anche solo in parte) che invece sono dettagli di interesse da documentare. E' inoltre possibile che si commetta anche l'errore opposto interpretando una deformazione accidentale come elemento caratterizzante il tipo di imbarcazione e, rappresentandola, codificarla nel documento finale. Questo tipo di errore può essere molto grave: il carattere proprio dello studio, eseguito con strumenti moderni, con un rilevante impiego di tempo e la sostanziale mancanza di altri studi per confronti, tende a rendere autoreferenziati i risultati della ricerca prescindendo dalle corrette intenzioni dei ricercatori. Per questo motivo sarebbe sempre opportuno associare alle rappresentazioni finali, oltre alla nube di punti originale, considerazioni e note che chiariscano i criteri interpretativi che hanno condizionato l'avviamento della superficie. L'immagine successiva mostra una fase dell'avviamento delle sezioni trasversali della S. Rosa |
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L'immagine mostra la superficie finale della NADA renderizzata. |
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Il disegno del Piano di Costruzione | ||||
La superficie tridimensionale ottenuta può essere considerata come una vera e propria ricostruzione, nello spazio virtuale, della carena che diventa quindi uno scafo virtuale, eventualmente rappresentato anche con le sue strutture. |
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Considerazioni finali | ||||
Le procedure di rilievo non invasivo qui sintetizzate, sono state oggetto di studio di ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli FEDERICO II. Questi studi, ancora in corso, sono stati stimolati dalla considerazione che il rilievo delle imbarcazioni di interesse storico non è legato solo alla rappresentazione della cultura materiale della regione ma consente l'individuazione dell'evoluzione tecnologica e, attraverso essa, degli influssi culturali fino a contribuire alla individuazione dei flussi migratori della gente di mare che molto hanno contribuito allo svolgersi della storia mediterranea.
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I curatori del progetto ringraziano il Comandante Giancarlo Antonetti, proprietario della S. Rosa, ed il sig. Guido Palermo proprietario della Nada |
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Elaborazioni CAD di Catello Girace |
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