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Lo scandaglio è il più vecchio strumento nautico, già
noto ai marinai egizi.
Serviva a misurare, ad intervalli frequenti e regolari, la profondità
delle acque. Operazione che si rendeva necessaria soprattutto in prossimità
delle coste, laddove l'acqua è opaca, la profondità del
fondo marino è sconosciuta e ci si poteva facilmente incagliare
in rocce nascoste, oppure arenare su secche improvvise.
Consisteva in una semplice massa di piombo legata ad una sagola su cui
erano riportati a intervalli regolari una serie di marche di riferimento
o nodi ugualmente spaziati e fatta scendere in mare fino a che non toccava
il fondo. Un incavo del piombo, alla base, riempito si grasso, permetteva
di raccogliere campioni del fondale marino in modo da avere idea del tipo
di fondo. In base alle marche o al numero di nodi immersi, veniva calcolata
la profondità dell'acqua in quel punto e, sulla base di quest'ultima,
la distanza approssimativa della nave dalla costa.
Nella versione meccanica, detto “Scandaglio Thomson”, la sagola
è di acciaio ravvolta su su un tamburo. Un contagiri meccanico
misura la lunghezza della sagola svolta pari alla distanza in metri tra
il fondo e il bordo della nave su cui è fissato lo scandaglio.
Un freno a frizione rallenta la discesa / la salita del cavo, sottoposto
al peso del piombo, svolto/avvolto con l’aiuto di una manovella.
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