ZAVORRA


Si dà questo nome a degli oggetti pesanti, come pietre, sassi, sabbia ecc., che si mettono in fondo alla stiva del vascello per farlo ben immergere e conferirgli un assetto stabile. La zavorra serve principalmente da contrappeso ai pennoni e agli alberi i quali, essendo rialzati fuori dal vascello, lo farebbero rovesciare al minimo rollio e anche alla minima spinta del vento.
La quantità di zavorra che conviene mettere in un vascello non dipende solo dalla sua grandezza, ma anche dalla forma della sua carena; poiché più questa carena è acuta, meno zavorra esige, dato che entra tanto più facilmente nell'acqua: ciò dimostra che non si può determinare con esattezza la quantità di zavorra da dare a un vascello; la cosa diventa ancora più difficile quando si deve considerare tutta l'alberatura. L'esperienza insegna, allorché si zavorra un vascello, il modo in cui questo si comporta meglio in mare e se bisogna aumentare o diminuire la sua zavorra. Vi sono imbarcazioni che necessitano come zavorra della metà del loro carico, altre di un terzo e alcune di un quarto: ciò dipende dalla costruzione. Si possono trovare i regolamenti relativi alla zavorra nell'Ordinanza del 1681, libro IV, titolo IV.
Buona zavorra è quella di piccoli sassi che si sistemano facilmente; è usata di solito nei vascelli da guerra: il fondo della stiva rimane più pulito e non si ostruiscono le pompe, come capita a volte con la zavorra di terra e di sabbia.
Grossa zavorra è quella composta da pietre molto grandi o pezzi di cannoni rotti. E' una zavorra poco conveniente per lo stivaggio e difficile da spostarsi in caso di bisogno.
Vecchia zavorra è quella che ha già fatto un viaggio o una campagna. E' proibito a tutti i capitani gettare la vecchia zavorra nei porti, canali, bacini e rade, sotto pena di 500 lire di ammenda.
Zavorra lavata è quella che si lava dopo che è già stata utilizzata, per servirsene di nuovo: di solito si cambia zavorra ogni due anni.

Bellin