“La Civita, Direttrice della Caracciolo, fu al contempo Direttrice della SPEM, in cui vide ampliarsi la sua possibilità di redenzione sociale. Allorché la SPEM potette ottenere dallo Stato in concessione lo sfruttamento dei laghi Fusaro e Mare morto, un vasto campo di azione si profilava per lo sviluppo della Scuola di pesca e la Civita vide approssimarsi il momento sempre da lei ardentemente sognato, di estendere alle fanciulle abbandonate di Napoli, alle 'scugnizze', l'opera di redenzione che si era dovuta, fin'allora necessariamente limitare solo ai maschi.
Sul Fusaro sarebbe dovuta sorgere la casa dei piccoli pescatori: la Civita pensò che vi si sarebbe potuto porre accanto un padiglione femminile: le fanciulle avrebbero appreso tutte le arti sussidiarie alla pesca e così avrebbero trovato anch'esse in un sano lavoro rigeneratore il riscatto di colpe non proprie! In un'intervista al ‘Giornale della donna’, del '23, diceva la Civita: 'Se la Nave asilo può nei suoi marinaretti creare dei buoni carpentieri e scalafati per la costruzione del naviglio da pesca, degli ottimi motoristi, dei falegnami per la costruzione delle casse; un altro asilo che accogliesse le 'scugnizze' per le vie di Napoli, cosa che spero poter fare io in breve, potrebbe formare le operaie adatte per la corderia in genere, fabbricazione di corde di canapa e di paglia, taglio e cucitura delle vele, lavorazione delle reti a mano e a macchina e più ancora il rattoppo di esse, per la costruzione delle ceste e delle nasse' […]
Nel maschio abbandonato nella strada si vede il pericolo immediato per la società: è il ladro che vuota con destrezza le tasche dei passanti; ma alla bimba esposta sul lastrico, esposta a tutte le forme più orribili di criminalità per sé e più ancora per i figli che verranno da lei, poco si pone mente. Vi sono bambine al porto specializzate nel furto dei carboni che esse compiono con egual destrezza dei maschi'.”

Olga Arcuno, agosto 1949

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