home
    Questa prima tavoletta ci mostra una bilancella da pesca o più probabilmente una bilancella da trasporto costiero, a giudicare dall'equipaggio ridotto, dalla lunghezza apparente di 1415 metri in preda ai marosi.
La bilancella, detta anche paranzella, era una piccola tartana, veloce e leggera, lunga e sottile, dagli Il ai 16 metri di lunghezza e dalla capacità di 12-18 tonnellate. Era condotta da un padrone (comandante) e da otto o dieci uomini, con attrezzature latina, e con lunghi remi "sensili" per la bonaccia. La vela latina o alla trina così detta perché di forma triangolare, è da considerarsi l'antenata di tutte le vele di "taglio", cioè disposte longitudinalmente, e ha dato, a differenza della vela quadra, la possibilità di penètrare nel vento con angoli relativamente piccoli rispetto alla sua direzione, sfruttando la reazione provocata dal vento scaricato dalla parte poppiera della vela. L'imbarcazione nella foto ci appare quasi completamente invelata come sorpresa da improvvisa tempesta che non ha dato il tempo di serrare le vele; la vela latina è vistosamente spanciata dal forte vento, i membri dell'equipaggio sono impegnati alle manovre nell'intento di togliere tela al vento. A sostegno dell'albero sono chiaramente visibili le sartie che nell'armo latino non sono fissatealle murate {parte interna del bordo di un bastimento che si erge a mo' di parapetto) ma possono essere mollate agendo su dei paranchi. Al timone il padrone governa la nave e dà gli ordini ai marinai mentre a prora un altro marinaio è riuscito nell'intento di ammainare {abbassare) il polaccone. Questa vela di prua che i marinai torresi chiamavano pulamone era una grossa vela triangolare che i bastimenti latini armavano al posto del fiocco su un buttafuori di prua.