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Premessa

Con il termine "ex voto" (forma ellittica che riduce l'espressione latina EX VOTO SUSCEPIO "secondo il voto fatto") si indicano fin dai primi secoli dell'età cristiana quegli oggetti offerti alla Vergine o ai santi come ringraziamento per una grazia ricevuta.
In realtà l'uso di offrire doni votivi alla divinità è testimoniata anche nelle più antiche civiltà come provano pure i numerosi reperti conservati nei principali musei del mondo intero.
Piccoli oggetti sicuramente votivi raffiguranti sia uomini sia animali sono stati rinvenuti tanto in Egitto quanto in Mesopotamia e in Grecia. E' giustamente famoso, per la freschezza narrativa, quello del Museo Nazionale di Atene che riproduce la figura di un vecchio che presenta alla divinità una gamba oppressa da una varice di notevoli proporzioni.
Proprio per la continuità di questa pratica e il rischio che essa potesse essere confusa con una forma residua di paganesimo, il Magistero ecclesiastico dei primi secoli ha guardato con sospetto a tali espressioni di fede popolare giungendo finanche ad avversarle e a combatterle apertamente.
Nel corso dei secoli tuttavia si è arrivati a disciplinarne l'uso anche se in tutte le manifestazioni conservano caratteristiche non propriamente ortodosse, cosicche' vere e proprie collezioni, numericamente rilevanti, si sono costituite nei principali santuari di tutta Europa. In Campania è famoso ed importante, per consistenza ed antichità, la raccolta del santuario della Madonna dell'Arco a Sant'Anastasia, che conserva ex voto risalenti al XVI secolo.