In molte tavolette notiamo la tipica velatura ridotta di quelle
imbarcazioni che per fronteggiare gli elementi scatenati si mettono
" alla cappa " riducendo così al minimo le dannose
sollecitazioni allo scafo e all'alberatura. La cappa è quella
particolare disposizione di vele che consente a un bastimento di
"far testa", cioè di mantenersi, per quanto è
possibile, verso il vento all' orza (andare all' orza: avvicinare
la prua alla direzione da cui proviene il vento, orzare è
la manovra inversa al poggiare) in modo da non perdere il cammino
già fatto, e di ricevere i colpi di mare in modo meno dannoso.
È importante chiarire che quando un bastimento è costretto
" alla cappa " non può stare fermo, pena la perdita
di governo del bastimento stesso. La velocità, invece, aiuta
a mantenere il controllo del bastimento e con poche vele basse e
forti è possibile governare all'orza e indietreggiare il
meno possibile. In questa tavoletta troviamo un'imbarcazione dall'apparente lunghezza di 12-13 metri che lotta contro i marosi. L' antenna è stata ammainata in coperta con la vela imbrogliata e a riva troviamo una piccola vela da tempesta: la cecarola. Questa vela di fortuna, di cui si è perso quasi completamente il ricordo, è tipica dei bastimenti latini. Il nome di cecarola, vela cieca, le viene dal fatto che non usciva quasi mai alla luce tranne ovvi: mente che in caso di tempesta. |